I fiori nascondo segreti profondi come il cosmo e le leggi che ci governano possiedo geometrie e armonie incantevoli.
Vi riportiamo una scoperta davvero interessante sulla similitudine del ‘piccolo’ con il ‘grande’.
Idea verde staff
Utilizzando il VLT dell’ESO, in Cile, un team di astronomi ha studiato l’orbita descritta da una stella nei pressi di un buco nero supermassiccio, rivelando, per la prima volta, un particolare moto orbitale, che Einstein aveva già previsto oltre 100 anni fa nella sua teoria della relatività generale. L’effetto relativistico, individuato per la prima volta nell’orbita di Mercurio, è stato adesso osservato nell’orbita di una stella che ruota attorno a Sagittaruis A*, il buco nero da circa 4 milioni di masse solari situato al centro della nostra galassia, a 26.000 anni luce dal Sole. La stella in questione è S2, uno dei corpi celesti che costituisce il denso ammasso stellare che circonda il buco nero. S2 orbita l’oggetto compatto ogni 16 anni, sfrecciando, nel suo punto più vicino, il perielio, a meno di 20 miliardi di chilometri di distanza, a una velocità che è circa 25 milioni di chilometri orari. Per svelare le complessità del moto orbitale della stella, gli astronomi hanno osservato S2 lungo un arco temporale di 27 anni. I risultati ottenuti mostrano che, a differenza della maggior parte delle stelle e dei pianeti, la cui orbita intorno all’oggetto al quale ruotano è sempre uguale ad ogni rivoluzione, S2 si muove intorno al buco nero compiendo un’orbita molto eccentrica la cui traiettoria cambia a ogni giro, poiché cambia la posiziOne del punto più vicino al buco nero supermassiccio. Questo comporta che ogni orbita della stella risulti ruotata rispetto a quella precedente, creando una forma che ricorda quella del fiore d’una margherita. Un effetto, chiamato precessione di Schwarzschild, che non era mai stato osservato prima per una stella intorno a un buco nero supermassiccio. La relatività generale di Einstein prevede con esattezza di quanto cambi l’orbita, e ultime misure effettuate con questa ricerca corrispondono esattamente alla teoria. A più 100 anni dalla pubblicazione dell’articolo che descrive le equazioni della relatività generale, arriva dunque un’altra conferma, stavolta nei pressi di un buco nero supermassiccio, uno dei laboratori di fisica più estremi che esistano in natura. Una fisica che i ricercatori pensano di studiare ancora più in dettaglio con il futuro Extremely Large Telescope, il telescopio dell’ESO grazie al quale i ricercatori potrebbero osservare stelle molto più deboli in orbite ancora più vicine a Sagittarius A*. Servizio di Giuseppe Fiasconaro, montaggio di Stefano Parisini Crediti video: ESO/L. CALÇADA, GRAVITY COLLABORATION Musica: CUBICAL THOUGHTS, ANCIENT DANCE, di Andrea Michele Vincenti — MediaInaf Tv è il canale YouTube di Media Inaf (http://www.media.inaf.it/)