‘L’arca’ dell’orto
“Jellyfish Barge è una serra modulare galleggiante per la coltivazione di ortaggi, in grado di depurare l’acqua di mare utilizzando energia solare.
Un modulo è costituito da una base di legno che galleggia su fusti di plastica riciclati, e da una serra sorretta da una struttura in legno, circondata da 7 unità di dissalazione solare capaci di produrre fino a 150 litri di acqua fresca al giorno da acqua di mare, salmastra o inquinata.
La poca energia richiesta è fornita da pannelli solari e da altri sistemi di produzione di energie rinnovabili.”
Il progetto coordinato dal professor Stefano Mancuso dell’Università di Firenze si basa sul riciclo, sull’innovazione e sulla tecnologia. La sua ricerca dopo aver dimostrato l’intelligenza delle piante, punta insieme al suo team alla riconquista da parte del verde degli ambienti più ostili.”
“L’idea nasce da una domanda, in un pianeta dove le risorse sono sempre più scarse, come verrà prodotto il cibo di cui le popolazioni avranno bisogno, dove prenderanno l’acqua necessaria e la terra per altre colitvazioni? Jellyfish Barge, propone una rivoluzionaria risposta. Il progetto è una serra agricola galleggiante che produce cibo senza consumare suolo, acqua dolce ed energia. «Il tutto nasce da un’idea di Antonio Girardi e Cristiana Favretto, architetti impegnati da tempo nello sviluppo e ideazione di progetti di urban farming – racconta Camilla Pandolfi ricercatrice per il progetto
– Alla base c’è l’idea ambiziosa di dare una soluzione sostenibile al problema della crescente domanda di cibo su scala mondiale, che tenga conto dei consumi di una attività energivora come l’agricoltura. Una progetto ambizioso che ha trovato la sua realizzazione grazie all’incontro con il professor Stefano Mancuso dell’Università degli studi di Firenze direttore del Laboratorio Internazionale di neurobiologia vegetale».
La serra incorpora un innovativo sistema di coltivazione idroponica (una tecnica di coltivazione fuori dalla terra che garantisce il un risparmio di acqua fino al 70% in più rispetto alle culture tradizionali ndr). La forma ottagonale della piattaforma permette di affiancare più moduli e di collegarli con basamenti che possono diventare luoghi di incontro di una piccola comunità.«Jellyfish Barge è un piccolo miracolo tecnologico – continua Camilla Pandolfi – e il suo punto di punto di forza sta nella modularità. Possiamo garantire la sicurezza alimentare di due nuclei familiari con una singola installazione.Mentre, assemblando i moduli in grandi piattaforme, creiamo dei veri e propri arcipelaghi agricoli, che riescono a soddisfare esigenze ben più ampie. In poche parole, stiamo provando a dare una risposta semplice, sostenibile e locale al problema globale della sicurezza alimentare».
Il prototipo funzionante, realizzato da Linv (Università di Firenze) è stato installato nel canale Navicelli, tra Pisa e Livorno.”